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Talk: il dispositivo che ridà la voce a chi l’ha persa

Sarà conveniente, veloce, portatile e adattabile, questa, almeno, l’intenzione di Aarsh Shah Dilbaghi, un giovanissimo ingegnere indiano – appena 16 anni – che è tra i quindici finalisti del progetto Google’s Global Science Fair. La sua invenzione permetterà alle persone affette da grave disabilità ed impossibilitate nella comunicazione verbale a parlare attraverso “Talk”, un dispositivo incredibilmente leggero. Per lo scopo Dilbaghi ha utilizzato un sistema inventato nel secolo XIX, il codice Morse. Nello specifico un piccolo tubo inserito nella cavità nasale registra i respiri, riconoscendo quelli brevi e lunghi e associando gli stessi ai punto e linea dell’alfabeto Morse. Il dispositivo “traduce” tali segnali e comunica le parole corrispondenti. A Bunisess Insider, il giovane indiano ha riferito di aver fatto “testare il dispositivo ad una persona che soffre di SEM [una malattia del cervello] e del morbo di Parkinson”.

Lo sviluppo di “Talk” è soltanto agli inizi, dal momento che il giovane ha preannunciato che “in futuro vorrei aggiungere un sistema auto-predittivo al Computing-Engine e integrare Talk con tecnologie moderne come Google Glass per fare in modo che il mondo diventi per le persone con disabilità dello sviluppo un posto migliore in cui vivere”. Al momento Talk si rivolge a quell’1,4% della popolazione mondiale che soffre di disturbi tali da rendere la comunicazione verbale del tutto impossibile. Per ora il progetto è inserito tra i finalisti del premio di Google: il vincitore si aggiudicherà una vacanza alle Isole Galapagos di dieci giorni, un finanziamento di 37.500 euro e una visita dell’aeroporto spaziale della Virgin Galactic  nel deserto del Mojave.

Fonte: Fanpage

via: ilnerd.com

Scritto da
x0xShinobix0x
I videogiochi non influenzano i bambini. Voglio dire, se Pac-man avesse influenzato la nostra generazione, staremmo tutti saltando in sale scure, masticando pillole magiche e ascoltando musica ripetitiva...

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