Come si fabbrica un disco Blu-Ray?

Chi crede che il processo di stampa industriale dei dischi sia simile alla masterizzazione che facciamo sul PC di casa, si sbaglia di grosso. Il processo che va dall’authoring al confezionamento è più complesso di quanto si possa immaginare in principio. Dall’arrivo di un film in alta definizione ai laboratori della fabbrica all’uscita in formato Blu-Ray passano fino a due mesi.

Stadio 1: Authoring
Questa operazione dura dalle tre alle cinque settimane. Consiste nella scelta, organizzazione e conversione in formato ottimale dei contenuti da inserire nel disco. La produzione di un disco Blu-Ray, come accade anche per HD-DVD, inizia quindi con la ricezione di contenuti digitali in alta definizione. Il contenuto deve essere della migliore qualità possibile, in quanto in fase di authoring non è possibile ovviamente migliorarne la definizione o altre caratteristiche. Vi ricordiamo che un’ora e mezzo di film digitalizzato in alta definizione occupa circa 800 GB! La società che si occupa di duplicare i dischi dovrà innanzitutto comprimere video e audio in modo da farli stare sui ‘soli’ 25 o 50 GB di un disco Blu-Ray. Per la compressione video si usano tre codec: MPEG-2, MPEG-4 AVC e SMPTE VC-1 (sviluppato da Microsoft).

Stadio 2: Masterizzazione
Una volta pronti i contenuti è il momento di passare alla masterizzazione. Per prima cosa bisogna creare il primo master, relativamente fragile, che serve a produrre una serie di master secondari. Questi saranno poi usati per l’effettiva stampa dei dischi all’interno della linea produttiva. Quando si stampano DVD e HD-DVD per il primo master si usa un disco di vetro. Per la stampa di Blu-Ray il primo master è un disco in silicio, ricoperto di uno strato fotoresistente, a sua volta in silicio e materia inorganica. Esposto a una luce laser blu con lunghezza d’onda di 405 nanometri, si impressione pressappoco come una pellicola fotografica. Una volta creato, da questo master si ricavano delle copie in nickel per galvanizzazione, che vengono poi inserite direttamente negli stampi della catena di produzione dei dischi. Questo ultimo stadio produttivo dura dai quattro ai cinque giorni, a seconda che sia usata o meno una protezione anti pirateria.

Stadio 3: Fabbricazione
Le linee produttive dei dischi Blu-Ray sono completamente automatizzate. Ci sono ovviamente degli operatori, ma questi intervengono solo in caso di problemi.
La stampa avviene su una sola macchina costituita da più moduli, che può produrre 25.000 dischi al giorno. In principio il Blu-Ray ha la forma di una manciata di granuli di policarbonato. Si tratta di una materia plastica molto resistente e dotata di ottima trasparenza. Inizialmente questi granuli sono scaldati e fusi. La pasta ottenuta viene iniettata in uno stampo, in fondo al quale c’è il master del disco. Si ottiene quindi una copia del disco, trasparente, sulla quale i dati sono incisi in rilievo. Il disco viene poi estratto dallo stampo e ci si applica una patina riflettente d’argento, una resina UV, una pellicola in policarbonato e infine uno strato protettivo anti graffio. Questa protezione è fondamentale, siccome il primo strato di dati del Blu-Ray è molto vicino alla superficie del disco. A parte i prodotti chimici usati, è proprio questa ultima fase che distingue le produzioni di Blu-Ray e HD-DVD. Nel caso di stampa di un disco dual layer, la catena produttiva inizia in maniera simile, ma il disco passa in due stampi. Prima di andare al secondo stampo, il disco trasparente, ottenuto con la prima fase della procedura descritta in precedenza, riceve prima uno strato semi riflettente, poi una copertura anti UV. La procedura riprende poi secondo il ciclo normale, che prevede quindi una resina UV, una pellicola in policarbonato e infine il trattamento antigraffio.

Stadio 4: Stampa e confezionamento
Una volta usciti dalla linea di produzione, i dischi Blu-Ray sono praticamente completi. Prima dell’invio al magazzino mancano solo la stampa decorativo sul lato superiore del disco e il confezionamento. Ci sono due tecniche di stampa: la serigrafia e l’offset. Quest’ultima offre maggiore qualità, un risultato ottimale e una superficie molto liscia al tatto. La serigrafia è più economica e permette di stampare con meno di quattro colori e genera un leggero effetto rilievo. Terminata questa fase non rimane che condizionare i dischi e passare al confezionamento nelle custodie, assieme ai libretti e altro eventuale materiale.

Luca M.

Luca M.

Classe 1982, Luca scrive su Amicopc.com e segue la parte tecnica sin dalla fondazione (2000), appassionato di Tecnologia, Smartphone, Videogames e tutte le novità dal mondo Tech.