Le AI fanno davvero perdere traffico ai siti web? E cosa fare per evitarlo?

    Negli ultimi mesi, chi lavora con un sito web ha avvertito un cambiamento netto: meno clic, meno traffico, meno opportunità di conversione. La causa? Le nuove interfacce AI integrate nei motori di ricerca, che offrono risposte sempre più complete, riducendo la necessità di visitare realmente i siti citati. Il fenomeno, noto come “zero-click”, è ormai al centro del dibattito tra editori, marketer e SEO specialist.

    Google ha ufficialmente avviato il rollout di strumenti conversazionali come AI Mode e AI Overviews, che forniscono agli utenti una risposta già elaborata direttamente nella pagina dei risultati. È una trasformazione radicale, perché mina uno dei principi fondanti del web: l’accesso libero e distribuito ai contenuti.

    Di conseguenza, chiunque abbia un sito web è chiamato ad aggiornare le strategie in essere oltre che prendere consapevolezza del perché affidarsi a un consulente per l’intelligenza artificiale sia un’eccellente opzione. Vediamo tutto in dettaglio.

    AI Mode, AI Overviews e il calo di traffico organico: una fotografia

    Secondo numerosi esperti l’implementazione dell’AI Mode da parte di Google sta già impattando la dinamica del traffico organico. La ragione? Perché fornisce risposte dettagliate all’utente senza obbligarlo a uscire dalla SERP.

    Il rischio maggiore non è solo la perdita di clic, ma la perdita di controllo sul messaggio. Le AI aggregano, sintetizzano e riformulano, spesso attingendo da contenuti di terzi, che vengono citati, ma non sempre valorizzati. A ciò si somma l’effetto delle AI Overviews, già attive in Italia, le quali starebbero causando cali di visibilità per molte pagine posizionate in precedenza ai primi posti.

    A confermare questi dati c’è uno studio condotto da Adobe, il quale evidenzia come il traffico proveniente da fonti basate sull’AI generativa sia cresciuto del 1200% in pochi mesi. Allo stesso tempo, però, si è ridotta la propensione degli utenti a compiere azioni come acquisti o iscrizioni.

    Il problema quindi non è solo “quanto” traffico si perde, ma “quale” qualità di traffico viene sostituita. Se chi arriva da un motore di ricerca tradizionale è già in modalità attiva, l’utente che consulta l’AI spesso non ha nemmeno la necessità di visitare altri siti.

    Strategie per restare visibili in un web dominato dall’AI

    Cosa sta cambiando? Ad oggi la competizione si gioca sulla capacità di essere riconosciuti come fonte autorevole dai sistemi generativi. È il concetto di GEO, Generative Engine Optimization: un nuovo approccio in cui diventano centrali l’esperienza dell’autore, la coerenza tematica, e l’organizzazione semantica del contenuto.

    Gli articoli e le pagine devono essere progettati affinché possano essere facilmente compresi, estratti e citati dall’intelligenza artificiale. La qualità del testo, la chiarezza dell’esposizione e l’attendibilità delle fonti sono fondamentali per essere selezionati dalle AI.

    Anche il formato ha un peso crescente. L’intelligenza artificiale predilige contenuti ben strutturati, che rispondano in modo diretto alle domande degli utenti, meglio se corredati da dati concreti e collegamenti a fonti terze affidabili.

    Perché serve una guida esperta per affrontare il cambiamento

    Chi pubblica contenuti online oggi si trova davanti a una sfida più complessa rispetto al passato. Il posizionamento sui motori di ricerca non dipende più solo dalla tecnica, ma dalla capacità di dialogare con un sistema che elabora in autonomia e decide cosa vale la pena mostrare. Un sistema, peraltro, in continua evoluzione.

    Per questo ci vuole qualcuno che abbia competenze tecniche garantite, un consulente esperto in AI che non suggerisca solo le migliorie tecniche, ma che aiuti a definire un impianto strategico in grado di garantire visibilità nel medio-lungo periodo.

    Luca W.

    Luca W.

    Appassionato di Tecnologia, Smartphone, Videogames e tutte le novità dal mondo Tech e Blockchain/Crypto.