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Marco Martorana commenta l’accusa ad AMAZON di spiare gli utenti con Alexa

Nei giorni scorsi è emersa questione dei leaks di informazioni private, raccolte dagli assistenti vocali di Google e Amazon
 
 
 
A tale proposito ti invio un commento dell’avvocato Marco Martoranaesperto di diritto della privacy e fondatore dell’omonimo studio, che ha spiegato come il quadro che sta emergendo descrive una situazione molto grave: non solo le conversazioni sono riconducibili a profili specifici, con nome e cognome, ma i dipendenti, in questo caso di Amazon, risultano addirittura autorizzati a trascrivere parte di quelle conversazioni e a scambiarsele sulla chat aziendale, al fine di condividere ‘ casistiche anomale’.
 
Marco Martorana, fondatore dell’omonimo studio legale con sede a Lucca, operativo da oltre 15 anni nel settore della protezione dei dati personali, con particolare attenzione per le nuove tecnologie ha dichiarato:
Senza dubbio il controllo delle registrazioni vocali è fondamentale per i produttori di smart speaker, che così facendo possono sviluppare nuove funzionalità e rendere i dispositivi sempre più precisi. Tuttavia non si possono sottovalutare i rischi in termini di privacy.
 
Tra le mura private ciascuno di noi espone la propria sfera più intima, parlando di qualsiasi argomento: lavoro, visite mediche, problemi legali… I dispositivi intelligenti non si limitano a registrare i dati, ma li rielaborano: così facendo possono estrapolare informazioni ulteriori, come le preferenze e le abitudini di vita.
 
L’inchiesta di Bloomberg ha portato alla luce un elemento di non poco conto: talvolta le attività di trattamento di dati personali realizzati dalla casa produttrice, seppure riportate all’interno dell’informativa privacy, non fanno luce sulle implicazioni delle proprie dinamiche tecniche-operative. Per giunta, queste ultime possono essere ridefinite nel tempo. Dall’inchiesta per esempio si scopre l’esistenza di una chat aziendale in cui i dipendenti di Amazon sono autorizzati a condividere i casi che ritengono ‘anomali’. Per questo motivo, un’attività del genere impone di valutare attentamente i rischi connessi e applicare misure di sicurezza ad hoc.
 
Amazon richiede il consenso espresso dei clienti per poter accedere alle loro registrazioni vocali per lo sviluppo di nuove funzionalità ma, a maggior ragione in un caso come questo, il consenso dell’utente per essere anche ‘consapevole’ deve essere preceduto da informazioni specifiche, chiare e dettagliate. Informazioni che riguardano non solo le finalità di trattamento ma anche le modalità di rilevazione dei comandi vocali, i rischi a cui gli utenti possono andare incontro e le misure di sicurezza adottate per tutelarli. 
 
Bisogna dedicare ulteriore attenzione al processo con cui Amazon elabora il dato. Per questo l’informativa rappresenta un passaggio essenziale per ridurre al minimo i rischi derivanti da una possibile mancanza di trasparenza circa il modo in cui i dati degli utenti saranno trattati. È importante segnalare, ad esempio, se le registrazioni audio sono trattate o meno in forma anonima e quindi impedendo di ricondurre la specifica traccia al profilo che l’ha registrata.
 
Non si può negare che questi dispositivi siano molto utili per varie mansioni quotidiane. Servirebbe però una maggiore consapevolezza sul fatto che, anche se le singole finalità di trattamento sono riportate nell’informativa, spesso entrano in gioco dinamiche interne che l’utente finale non conosce del tutto.
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