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LA CONFERENZA

di Armando Staffa

La sala della conferenza era colma. Non in ogni ordine di posto ma non c’era alcun dubbio che l’iniziativa aveva avuto un ottimo successo. I due coordinatori erano indaffaratissimi e, nonostante le bellissime hostess con minigonne mozzafiato attirassero a sé tutte le attenzioni, non c’era tempo per salutare tutti gli invitati se non con una semplice e cordiale stretta di mano. Era scelta quell’Aula Magna della Facoltà d’Ingegneria perché commisurata all’aspettativa di affluenza. Osservai con attenzione l’Aula. Mancavo dall’ambiente universitario da molto tempo. Arrivando mi aveva colpito che gran parte degli studenti, ai quali avevo chiesto informazioni, non sapessero assolutamente dove fosse quest’aula, a dimostrazione del fatto che i giovani di oggi sono molto meno impressionabili e più pragmatici di noi anzianotti. Ricordo che, quand’ero studente, sapevo benissimo, e sin dal primo giorno, dov’era l’aula delle Lauree che rappresentava lo spauracchio ma anche la meta agognata per tutti gli studenti. Invece quel giorno, i giovani che avevo incontrato mi avevano dato evidenza di quanto fossero più disincantati di me alla loro età. Solo quelli prossimi alla laurea sapevano dov’era, gli altri la ignoravano totalmente perché lontana dai loro obiettivi immediati.
Quando tutti si furono accomodati due colpi dati sul microfono centrale mi fecero trasalire. Era uno degli organizzatori che tamburellava sui microfoni per provarne la funzionalità.
La sala era a gradini. Una ventina di file con una ventina di poltrone ciascuna. Circa 400 posti a sedere. Il soffitto non era degradante sicché nelle ultime file, lassù in altro, si soffriva il caldo ed anche una sorta di oppressione dovuta al fatto che il soffitto era alquanto basso. Dall’altra parte della sala, un grande tavolo semicircolare accoglieva quindici persone. Al centro il Preside della Facoltà affiancato dai Presidenti dei due Ordini Professionali promotori del convegno. Tra il pubblico, molti professionisti ma anche tanti studenti.
Faceva molto caldo…. mi trovai un posto all’estremità sinistra, in prossimità di una finestra aperta sul giardino.
L’argomento da dibattere ” La Qualità nelle Imprese di Costruzione” non mi interessava direttamente ma uno degli organizzatori era il caro amico Stefano, che stimo moltissimo, e non potevo certo mancare. Era lì seduto a tre posizioni dal centro del grande tavolo. Alla sua sinistra un’altra persona ben conosciuta….. Raffaele….. aveva lasciato da poco l’Azienda per la quale anch’io lavoravo per diventare direttore di una piccola Impresa con una posizione veramente invidiabile.
Guardandomi intorno mi resi conto di quanta tensione comunque ci fosse. Quelle Aule, per quanto moderne e attintate vivacemente, hanno sempre un non so che di austero. Ricordai il giorno in cui, 26 anni prima, ero stato anch’io protagonista in un’ Aula Magna. Il giorno della mia Laurea era caldo e c’era tanta gente come quel giorno. Ma le sedute di Laurea si somigliano tutte come le Aule che le ospitano.
L’introduzione del Preside stava per essere completata mentre ero immerso in questi ricordi, che nonostante il tempo, restano sempre vivi. Guardai meglio quell’aula…. certo la somiglianza c’era…. anzi…. eh sì ….. era proprio l’aula dove mi ero laureato. Improvvisamente fui richiamato alla realtà…. alzai gli occhi mentre il Preside diceva “….possiamo cominciare…..venga……Staffa Armando”.
Mi ritrovai ad andare verso quel tavolo. Sudavo…. tra le mani il volume rilegato della mia Tesi in triplice copia. Dalla prima fila i miei genitori mi stavano incoraggiando con un sorriso…

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