Il mondo dei videogiochi è stato rivoluzionato dall’arrivo delle criptovalute e della blockchain, dando vita a una nuova generazione di titoli basati su modelli economici innovativi. Termini come Play-to-Earn, Play-and-Earn e Free-to-Own sono ormai comuni nel vocabolario del gamer moderno, ma non sempre è chiaro cosa realmente significhino e come impattino sull’esperienza di gioco. In questa guida analizziamo nel dettaglio ogni modello, spiegando come funzionano, quali sono i loro vantaggi, i limiti strutturali e i casi d’uso più rilevanti, per aiutare i lettori a orientarsi nell’universo del gaming Web3.
Play-to-Earn: il primo modello economico del gaming blockchain
Il modello Play-to-Earn (P2E) si basa sul concetto di ricompensare i giocatori per il tempo trascorso in gioco. Gli utenti ricevono token o NFT come premio per le loro attività, che possono poi vendere o scambiare in mercati secondari per ottenere denaro reale. È il paradigma che ha reso celebre Axie Infinity, il primo vero caso di successo in questo ambito, dove intere comunità si sono sostenute economicamente giocando.
Per partecipare, spesso è necessario acquistare un NFT iniziale (come un personaggio, una creatura o un oggetto), che funge da “biglietto d’ingresso”. Una volta dentro, ogni azione – battaglie, missioni, raccolta risorse – produce token di gioco, che possono essere rivenduti o reinvestiti.
Questo modello ha avuto un boom tra il 2020 e il 2022, soprattutto in paesi in via di sviluppo, dove le entrate da gioco superavano gli stipendi locali. Tuttavia, la sostenibilità è stata messa in discussione: molte economie P2E si sono rivelate schemi inflazionistici, in cui l’offerta di token cresceva più velocemente della domanda reale, portando al crollo del valore.
Nonostante ciò, il P2E ha avuto il merito di dimostrare che un gioco può generare valore economico reale per i giocatori, aprendo la strada a modelli più evoluti.
Play-and-Earn: un’evoluzione più equilibrata

Il modello Play-and-Earn (P&E) nasce come risposta ai limiti strutturali del Play-to-Earn. Qui il guadagno non è più il fine principale, ma una conseguenza del divertimento. I giochi Play-and-Earn danno priorità alla qualità del gameplay, all’esperienza dell’utente, al design, alla narrazione. Il guadagno in token esiste, ma non è l’elemento centrale né necessario per godersi il gioco.
Un esempio è Illuvium, dove i giocatori esplorano un vasto open world con meccaniche complesse e ben bilanciate, e possono anche ottenere ricompense, ma queste sono più legate alla partecipazione competitiva o agli eventi speciali.
Questo modello è considerato più sostenibile, perché attrae anche utenti non interessati ai profitti, creando una base di giocatori più autentica e stabile. Inoltre, non richiede necessariamente un investimento iniziale. L’economia è spesso pensata per premiare la partecipazione attiva, la progressione e il contributo alla community, piuttosto che l’accumulo passivo.
Il P&E segna un passaggio culturale importante: il gioco torna ad essere il cuore dell’esperienza, mentre gli incentivi economici si integrano in modo armonico, senza stravolgerla.
Free-to-Own: il futuro della distribuzione di asset digitali

Il modello più recente e innovativo è il Free-to-Own (F2O), introdotto da progetti come Limit Break. In questo caso, gli asset iniziali (come gli NFT dei personaggi o dei contenuti premium) non vengono acquistati, ma distribuiti gratuitamente. L’obiettivo è costruire una base utenti fedele e coinvolta, che possieda asset in modo trasparente fin dall’inizio.
Il Free-to-Own elimina ogni barriera d’ingresso e si basa su un concetto chiave del Web3: la proprietà digitale vera e diretta. I giocatori non sono più solo consumatori o investitori, ma co-proprietari dell’ecosistema, con la possibilità di rivendere i propri asset, usarli su piattaforme diverse o partecipare alla governance del gioco.
Questo modello funziona bene con airdrop selettivi, community attive, e strategie di engagement forti, ma richiede un’economia ben bilanciata per evitare abusi o speculazioni a breve termine. Il gioco deve comunque offrire valore intrinseco: regalare un NFT che non serve a nulla non fidelizza, ma svaluta.
Free-to-Own è particolarmente promettente per nuovi giochi in cerca di adozione rapida, o per franchising consolidati che vogliono premiare fan storici. In futuro potrebbe diventare la norma nel gaming Web3.
Play-to-Earn ha dimostrato che il gioco può essere una fonte di reddito. Play-and-Earn ha capito che senza divertimento, nessun modello è sostenibile. Free-to-Own punta sulla distribuzione di massa degli asset digitali, per costruire comunità reali e durature.
Ogni modello ha i suoi punti di forza e debolezze strutturali, e la loro efficacia dipende dalla qualità del gioco, dal design dell’economia e dal coinvolgimento degli utenti. Il futuro del gaming su blockchain non sarà dominato da un solo modello, ma da una combinazione intelligente di questi approcci, adattati ai diversi generi, target e visioni degli sviluppatori.